Minimoto Vittorazi
Buongiorno,
Quest’oggi ho finalmente il piacere di presentarVi la mia Bellisima Vittorazi; facendoVi partecipi di questa mia avventura accompagnandoVi per mano tra le righe del mio lunghiiiiiisssiiiiiimo racconto.
Acquistata nell’autunno del 2010, per riempire le noiose serate del dopo lavoro invernale, si è poi rivelata una vera e propria missione, interrotta solo da ossa rotte, riabilitazioni e vacanze estive.
Mi è stata consegnata da un caro e vecchio amico di corse, della quale non sapeva cosa farsene.
Difficile capirne tutti i passaggi di proprietà e la storia che la portata sino a me risulta esser poco chiara e confusa.
Subito dopo la consegna, sistemai l’acquisto in garage, assieme agli altri due scatoloni carichi di un potpourri misto d’accessori originali e Cina.
Dopo una breve occhiata ci si rendeva subito conto che, la piccola Vittorazi aveva subìto nel tempo parecchie modifiche ed aggiornamenti, molte delle quali incomprensibili, maldestre e frettolose; tanto da costringere i precedenti proprietari a “girare” ( presumo ), senza carena completa ( poco male perché in questo modo la vetroresina è arrivata nel 2011 senza quasi mai esser stata adoperata, praticamente in perfette condizioni ).
Ragni e fango a parte, la mini non si presentava proprio bene:
il cerchio anteriore era stato aggiornato con uno di raggio 6,5”; che ne rendeva, fortunatamente, impossibile l’applicazione della carena completa;
il telaio e soprattutto gli steli dello sterzo ed i semi manubri, iniziavano a cedere ai morsi del tempo e della ruggine;
c’era olio che colava dal collettore e dal terminale di scarico ( la miscela era ormai evaporata da mò! );
Le pedaline erano state sostituite da spezzoni di tubo in gomma;
La carena anche se all’apparenza perfetta presentava un difetto di stampo che ne rendeva ancora più difficile il montaggio sul telaio;
il glorioso motore Blue Bird era avvolto da uno strato di ruggine mista olio e polvere, segni che facevano subito intuire una perdita da qualche parte;
ma quello che più colpiva ( era impossibile non notarlo ), era la totale assenza del modulo-trazione posteriore ( distanziali, cuscinetti, perno, bulloneria compresi ); unico ricordo di un bellissimo cerchio posteriore italiano di raggio 6,5” scomponibile rotto a metà.
In definitiva un piccolo rottame tanto che anche il Janka si domandava il perché dell’infausto acquisto.
Per fortuna non ascolto mai nessuno e faccio sempre di testa mia ( il tempo poi me ne ha dato atto ).
Giorni dopo la presentazione della nuova inquilina al mio Garage Rockabilly ho iniziato una ricerca durata mesi, assorbendo qualsiasi documento inerente alla Vittorazi io trovassi: italiano, spagnolo, inglese, tedesco ed americano ( non so a quanti chili di siti e forum mi sono iscritto ), leggendo tutto quello che mi poteva riportare indietro di quasi 25 anni; ahimè….. malauguratamente….. troppo poco.
Riuscii a capire però d’aver tra le mani il primissimo modello commercializzato dall’azienda marchigiana.
Da qui nasce il forte desiderio nel voler riportare la mia piccola mini come papà Vittoriano l’aveva progettata e costruita; comprese le coperture da 3” ( cerchi, gomme e camere d’aria ).
Mi sono così messo di buona lena ad inviare mail d’aiuto a destra e a manca con la speranza che qualcuno raccogliesse il mio “message in a bottle”.
Ed in quello, dopo una serie di passaggi, riesco ad entrare in contatto con la GENTILISSIMA Signora Maria Calvano della ditta ATM ( azienda che rilevò nel ‘97 la Vittorazi di Vittoriano Orazi ); iniziammo assieme una forte collaborazione fatta di micro ricerche ed un elevato numero di mail per poter riportare la moto a vecchia gloria.
Passarono mesi dediti ad una prima pulizia di qualsiasi parte della piccola due ruote; compresa la totale estirpazione di insetti e bozzoli, incastrati in ogni dove.
Smontai pezzo per pezzo la quasi totalità degli elementi: dalle viti, al cavo freno, sino alle manopole… TUTTO...
Passando altri mesi dediti solo alla pulizia accurata ed alla lunga e minuziosa lucidatura di motore e di tutte le altre parti: metalliche, metallizzate e non.
Unico, grande problema, rimanevano le coperture ( gomme e camere d’aria da 3” ) impossibili da trovare.
Fortunatamente mi venne in mente Danilo, un grandissimo Amico ed un veterano delle mini, con la speranza nel cuore lo contattai per sapere se aveva ancora a magazzino qualche pezzo del passato; fu così che con pochi denari riuscii a portarmi a casa anche gli ultimi pezzi per poter completare la mia ossessione.
Rimontai il tutto in due soli sabati correggendo tutti gli aggiornamenti e soprattutto modificando la struttura in modo tale da poter montare alcuni pezzi, originali, secondo logica ( cosa che non era stata fatta dai precedenti proprietari ).
In questi due giorni fu essenziale l’aiutato dal fedele Ale, sempre seguiti dalla finta indifferenza di Giancarlo che ad intervalli regolari seguiva e consigliava i lavori.
A metà dell’opera, le basi per poter accendere il motore c’erano tutte.
Praticamente al primo tocco di Pull, il Blue Bird inizia a ruggire a gran voce, con una melodia che, i ns. timpani arroganti ( ben rodati da anni di piste ), non avevano mai sentito; una musica di 25 anni fa, con un gran tocco ai bassi, ero elettrizzato; tanti anni e non sentirli… WOW…
Un aggiustatina dove perdeva e via ancora per terminare il tutto.
Vite dopo vite prendeva sempre più forma la mia piccola moto.
In una pausa pranzo, con pazienza, tiranti e phon da elettricista, sono riuscito a rimodellare la vetroresina, ottenendo ( a mio avviso ) un discreto risultato; un aggiustatina anche alla seduta per poter permetter al serbatoio d’esser posizionato correttamente e non al contrario come inizialmente consegnato.
L’ultimo sabato lavorammo sino a tarda notte per poterla completare.
Uno spettacolo di moto e tanti accorgimenti tecnici e meccanici quasi odierni su un progetto che ha quasi la mia età.
Sono contento del risultato e d’aver affrontato con gli amici di sempre questa curiosa avventura.
Un grazie doveroso alla Gentilissima Sig.ra Maria per esser stata così disponibile e per aver assecondato qualsiasi mia richiesta, rubando prezioso tempo al suo lavoro.
Allo Staff dell’ATM
A Francesco D. per avermi venduto la Vittorazi, a Danilo per avermi venduto le coperture ad Ale e Giancarlo per l’aiuto che mi offrono in ogni mia avventura.
Grazie mille a Tutti.
Se siete riusciti a legger sino a questa riga, complimeti, avete il permesso di firmare questo post.
Minimoto Vittorazi
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04.OFFICINA C.23 PROGETTO SEMPLICEMENTE VITTORAZI
Messaggi non letti • 10 messaggi
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Firmo e sottoscrivo volentieri questa bella presentazione della più piccola delle minimoto.
Si è fatta bella, com'era appena nata, ed essendo "femmina" ora si metterà in mostra! |
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Nuovo utente completamento grado: 40%
Messaggi: 2
Iscritto il: 14/10/2011, 18:32 |
semplicemente complimenti
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Buongiorno,
Grazie a Tutti per i complimenti ricevuti su sms ed a voce; mi fa piacere che si apprezino le ns. radici. Un Grazie speciale a Danilo: il Suo giudizio è sempre importante. Ciao Ciao Teo. . |
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Per chi volesse saperne di più:
La vera Storia delle Minimoto in Italia: Primo Minimoto Story: Ciao Ciao Teo . |
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STEP 2
“Bello, Bello Tosto, Tosto pensai di poter me bulleggiar dello mio creato”. Ma, il bulleggiamento, con gli amici di sempre, non mi ha mai trasmesso quella POTENTE sensazione di: “beata strafottenza maxima” che, mi sarei aspettato a lavoro finito. L’esser consapevole di poter far di più non riusciva a pompare del tutto il mio ego; lasciando insoluta la mia soddisfazione. Così ritornai in Officina, intorpidito dalle poche ore di sonno e dai primi freddi invernali di un sabato mattina. Scoprendo la reliquia dalla pesante coperta che, Le faceva da mantello, era facile notare che, le gomme di fortuna montate eran arrivate ormai alle tele; guardandole con più attenzione si poteva notare che: la scanalatura ancora presente in qualche tratto di spalla, faceva ben intuire il diverso battistrada dell’anteriore rispetto al posteriore. In più la corona da settanta non rispecchiava le norme FMI degli anni 80. Presi a due mani, dallo scaffale, lo scatolone di pezzi vari, retaggio del 1° Mini Moto Story dove, per l’occasione, fui colto da un attacco di spesa convulsiva irrefrenabile che, mi vide vincitore della targa “Miglior Cliente di sempre” donatami dai mercatini presenti in quella giornata. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Prima d’aprire lo scatolone è meglio far una precisazione: Far parte dell’Officina 23 in queste occasioni non conviene poi molto. La nostra testardaggine è conosciuta in quasi tutti i circuiti del triveneto e non. Tale componente caratteriale, nel tempo, ci ha sempre dato ragione ed è per la ns. famiglia, quando non si litiga, motivo d'orgoglio. Purtroppo, per legge del contrappasso, questa caratteristica ci mette spesso in posizioni difficili. Mi spiego: Cambiare le gomme da 3” della Vittorazi non sarebbe stato un gran problema; bastava contattare una delle tante aziende che fabbrica monopattini a motore ed il gioco si sarebbe bello e concluso. Ma, la soddisfazione di trovare e montare gomme e camere d’aria nuove ed originali degli anni 80 non avrebbe avuto pari. Ci si era immedesimati in Michael j fox dove con il fidato Doc si tornava indietro nel tempo. Questa volta però al posto della Delorean ci stava una Vittorazi. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Aperto lo scatolone dei desideri e prese le gomme la felicità acquistata si spense in un attimo. Le gomme erano si nuove ma, eran state tenute per decenni schiacciate ed impilate nelle stesse posizioni. Nell’Officina non manca mai niente e delle apparenti inutili, effeminate, palline da tennis, divennero subito un valido aiuto al mio scopo. In più, il richiamo forte del Garage aperto richiamò in breve tempo, i fidati Giancarlo ed Ale che, anche se vestiti da festa, si prodigano in un baleno alla perfetta riuscita del progetto Vittorazi. Dopo il Phon da elettricisti, un piccolo tocco di Dremel che non guasta mai Pensavamo d’aver finito sostanzialmente il lavoro difficile ma, il peggio doveva ancora presentarsi: Le camere d’aria con maleficio annesso. Trovai delle camere d’aria mai usate ma, in evidente stato di decomposizione, testardo, le comprai lo stesso. La gomma era dura e ci si poteva battere chiodo così, giocando sulle grandi probabilità ne comprai quattro; sicuro del fatto che almeno due sarebbero andate bene. ritornai in quel negozio cinque volte a cambiare un complessivo di 15 camere d’aria con malocchio. Alla fine dopo esorcismo ne gonfiammo due che ancora ad oggi tengono botta. In fine montammo la famosa corona da 60 denti FMI ma, anche questo up-grade sembrava rispettare tolleranze tutte sue sballando i fori tra cerchio e corona. Ad ogni modo riuscimmo a montare il tutto ed anche discretamente bene direi. Una piccola registrazione alla catena come solo il buon Ale sa fare A lavoro finito mi venne la curiosità di smontare il parafango anteriore della Vittorazi, convinto ci fossero de fori più bassi dove ancorare lo stesso sugli steli. Dopo discussioni con Giancarlo, lo convinsi a tagliare via i rivetti. e con sorpresa, avevo fatto una vaccata. Rimontammo la settimana dopo, con rivetti alla mano, il parafango nella sua originale posizione. . |
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Buongiorno, girando e girando per la Fiera Passione Moto a Padova, domenica 04 marzo 2012 ho trovato questa: Bellissima... . |
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Incredibile :O
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Utente attivo completamento grado: 60%
Messaggi: 36
Iscritto il: 16/05/2012, 19:17 |
be non c'è che dire apparte bella, c'è ne avete messo di tempoooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!11
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10 messaggi
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