Old_Betzy's Profilo
Un problema dell’ultimo minuto mi fece uscire da lavoro in ritardo, bruciando il permesso fissato da settimane.
La prima grandinata stagionale aveva da poco smesso di picchiare con brutalità, lasciando spazio ai ben più caldi scrosci di pioggia estiva.
Una riunione importante mi stava aspettando in centro a Padova ed il ritardo stava cominciando ad accumularsi pesantemente.
Così, per scartare meglio il traffico, solitamente intenso e lento nei giorni grigi, optai per la mia nera Iron.
Con la cerata allacciata in corsa e metà dei vestiti estivi inzuppati, la mia presenza alla riunione era praticamente assicurata.
Nell’ufficio l’aria condizionata ghiacciò, all'istante, le mie All Star di tela zuppe ma, la cosa non durò molto.
Il buon esito dell’impegno mise i presenti di buon umore e tale uforia, spinse tutti, a riportarci verso casa, per festeggiare il gradito evento.
Riaccesi l’HD in ritardo, aspettando finissero gli ultimi capricci del tempo ed ancora zuppo, mi riportai di buon grado, verso la statale solitamente intasata a quell’ora.
A pochi chilometri da casa la tangenziale, solitamente sincopata, era in realtà deserta, quasi a voler presagire qualcosa di sinistro.
Era venerdì pomeriggio, si aveva da poco ricevuto una buona notizia e si pensava solo a festeggiare la novità con la Famiglia.
In quel momento non mi accorsi di niente ma, in una curva poco più avanti, messa in ombra dall'imponente cavalcavia, erano rimaste a terra ancora alcune sfere di vile grandine.
Le forcelle della moto correvano sicure, nonostante la strada risultasse esser ancora scivolosa, a causa del pulviscolo che: l’asfalto durante l’inverno accumula e che libera con i primi isterici scrosci estivi.
Iniziai a scalare dolcemente, lasciando che gli scarichi, pigramente, iniziassero a borbottare qualche piccolo botto ed impostai la Moto per la curva, come già fatto un milione di altre volte.
L’ultima volta che abbandonai la leva della frizione, lo feci proprio in concomitanza di una banda di sfere ghiacciate, celate come Charly imboscati nella giungla vietnamita, pronti a tender tranelli ai motociclisti soliti a star a bordo careggiata.
In pochi istanti il freno motore bloccò il retro treno che, incominciò a scivolare sul tapis roulant eschimese improvvisato; alzai subito il piede destro per evitare involontarie pressioni; la Moto iniziò a derapare non facendo presagire nulla di buono; un improvvisato ABS con la leva del freno anteriore fece recuperare l’equilibrio alla pesante moto, sbloccando la ruota posteriore che, riprese a girare in marcia; la moto continuava a scivolare ma, il suo pilota era ancora in sella ed i quasi 300 kili iniziavano a diventare più governabili.
In quei momenti si agisce di istinto, il tempo per pensare e reagire è davvero poco, ringrazio ancora tanto le Minimoto che, tutt'ora insegnano a rimanere in sella... Ad ogni dannato costo… E la cosa, in pista, avrebbe anche funzionato!!
Purtroppo le dimensioni delle piccole minimoto, non sono proprio comparabili a quelle di un HD con canotto inclinato a trenta gradi e mezzo, in più se vogliamo aggiungere le dimensioni generose delle carreggiate in pista rapportate alle ns. strade quotidiane, danno bene l’idea di come le forcelle della Iron stessero rovinosamente puntando verso l’odiatissimo guard rail.
Colpo di tallone destro proveniente delle All Star zuppe, un colpetto di reni e giù... In un attimo riuscii a stendere docilmente, il pesante Stallone nero.
, imprecai verso la perfida lamiera, già pronta ad accogliere Bestia e Cavaliere.
Il metallo steso sul fianco destro dell’HD scivolò ancora per parecchi metri.
Ancora in viaggio, con la schiena appoggiata alla sella si cercava con sedere e scarpe, poggiate sull’asfalto bagnato, di poter fermare definitivamente il Ferro ferito.
Era ovvio che la cosa fosse inutile, il risultato mi portò solo ad immedesimarmi in una brutta imitazione di Jackie Chan all'italiana.
Cercando di muovere le gambe simulando un’improbabile corsa, convinto, di picchiare la brutta lamiera pensando di ferirla; tutto questo al grido di: “; il teatrino durò sino al completo arresto di Moto e Pilota.
Come in Pista, le gambe rimettono in piedi il pilota e le braccia picchiano l’aria cercando d’avvertire le auto che sarebbero arrivate di lì a poco.
Come da prassi nessuna auto si fermò o rallentò per solidarietà, solo alcuni motociclisti ( incrociati parecchi metri dopo ) risposero alla chiamata Biker.
Afferrai per le corna il Bicilindrico Ferito; chiusi gli occhi per non vedere; e con tutta la rabbia in corpo, per l’accaduto, rimisi in pista i quasi 300 kili di puro ferro.
Provai a riaccendere la Iron, pigiai sullo starter con la stessa foga di un medico che usa il defibrillatore sul petto di un paziente che, non ha più reazioni ma... Ma, niente: il manubrio si era piegato tranciando tutta la cavetteria.
Con un manubrio totalmente sbilanciato portai la Moto e la Sua mole per quasi mezzo chilometro, con la mia pesante croce e con l'animo frustato dagli sguardi degli automobilisti curiosi, percorsi tutta la mia Via Crucis, in attesa di un angolo sicuro ove poter chiamare rinforzi.
Di lì a poco arrivò il mio Angelo consolatore:
Conoscendo MOLTO bene il mio brutto carattere la Bella captò subito il mio stato d'animo e la mia poca voglia di elargir parole, portando con se una delle poche cose di valore in quei momenti:
Con l’arrivo del Carroattrezzi si sono, con dolore, scoperte tutte le cicatrici di quella dannata caduta.
Una vistosa smerigliata su entrambi gli scarichi della M.C.J.;
una bella e costosissima freccia piegata e fuori uso;
Una pedalina con relativo pedale freno smussato e corrotto nel Suo funzionamento;
Un manubrio da cambiare perché rovinosamente piegato, con relativa sostituzione di cavetteria principale tranciata e sostituzione coperchio pompa olio impianto frenante anteriore.
Ma quello che più preoccupava ed uccideva era il serbatoio da 12 litri completamente tumefatto: nella caduta il manubrio era entrato nello stesso, deformandone la forma.
Caricai la Iron sul carroattrezzi
E ciao ciao HD in solitaria direzione verso la rimessa al n°1 di Padova
Con il passare del tempo sono riuscito a mettere la Moto in sesto tranne che per il serbatoio, troppo oneroso da cambiare e per gli scarichi che, quasi quasi, rendono più rude e vissuta la moto; in fondo è un HD, mica una BMW.
Vista la possibilità il vecchio, piccolo e comodo Drag-Bar di serie venne sostituito con un più cattivo, scomodissimo e affascinate Z-Bar:
La Moto comunque era in grado di macinare chilometri e dal 2011 al 2012 non ci fece mai mancare niente: raduni, giri, moto giri e ferie.. Niente:
Superato l’inverno e racimolati un pò di Dollari mi decisi a porre rimedio allo sfregio anche se, ovunque andassi, Biker freschi di galera insistevano sul fatto che fosse estremamente stupendo un serbatoio tenuto in quelle condizioni. Mmmmm… Dopo attente valutazioni dei Galeotti, decisi ugualmente di riportarlo ad antichi sfarzi.
Assieme alla vecchia ed immancabile squadra dell’Officina 23, mi son deciso a smontare il 12litri.
Sganciando il Sissy-Bar passeggiero, il portapacchi posteriore e la sella biposto
Una leggera valutazione dei lavori; anticipando a mente, le mosse da eseguire dopo aver sganciato il serbatoio ed il collettore di spurgo
E Via chiavi alla mano a smontare il tutto
Per sicurezza scollegammo, per facilitare i lavori, l’innesco della benzina dal corpo centrale, per poi meglio concentrarsi sul gruppo pompa
Finalmente libero il butterato serbatoio dalla ragnatela di cavi, innesti e ferro.
Un’ultima vomitata di serbatoio
Rimettemmo in ultima i vari componenti in ordine per il futuro rimontaggio
Una visita al carrozziere, GRAN MAESTRO, di fiducia che, con grandi abilità e maestria fece il possibile per riportare a vecchio splendore il ferito 12 litri
Un colpettino di sapiente martello, come quelli dei grandi artigiani:
Ed ecco pronto il serbatoio, per la prova di tenuta
Effettuata la seconda prova di tenuta, rimaneva solo da dar il nero lucido, applicare le Decal e stendere il trasparente opaco…
Applicare le Decal,
Applicare le Decal,
Maledette Decal, l’HD non le fornisce più, vende solo le costosissime mascherine.
Maledette mascherine HD
Per mesi controllai internet in cerca di vecchie serigrafie, andai a fiere e consultai molti shop della zona.
Finchè dal Sacro Libro d’Oro delle Vecchie Decal del n°1 Patavino, e dalla consulenza di Davide e Valentina, non trovai delle vecchie serigrafie Old Stile argentate.
Fu colpo di fulmine a prima vista.
La filigrana oleata che le racchiudeva era a tratti finemente raggrinzita e di colore tendente al giallo, segno di un ventennio passato chiuso in officina.
Come una vecchia pergamena di valore, sollevai un lembo di una delle due reliquie, per liberarla dalla prigione di carta.
Per quegli occhi, le Decal più adatte allo scopo: avrebbero conferito alla Iron un tocco retrò che mi piace da morire ed in più come da dettami HD,
( dove la serialità non è opportuna ), sarebbe stata l'unica ad avere un serbatoio così.
Purtroppo le Decal datate hanno creato qualche problema nelle fasi di stesura al Capo carroziere che, comunque, con solita maestria non deluse le mie aspettative.
Il tragitto dalla carrozzeria all’Officina è in realtà, molto breve ma, in quell’arco riuscii comunque a riempire di nuovi e tremendi strisci l’appena ritoccato 12 litri.
Va Beh... Fanno della moto un Bicilindrico vissuto; anche se piccoli e profondi, per lo meno, sono in posti dove l'occhio non cade spesso.
Ad ogni modo, rimontato il tutto, caricammo la batteria esausta, ( Grande Officina 23 ) e rifocillammo il "nuovo" serbatoio.
Attualmente l'Iron ha già macinato parecchie centinaia di chilometri, senza neanche perdere una vite.
Non ci avrei mai sperato
E' vero: la spia della riserva si accende per errore dopo aver percoso appena 30 Km dal pieno ma, che ci posso fare... Fa comunque parte di ogni incognita che presenta un'avventura ed è ciò che spinge un vero Biker a portare a casa un Ferro che, tra i suoi comandi, ha solo il minimo essenziale senza tanti sfarzi od indicatori; donando a chi ne possiede una, la voglia di viaggi alla vecchia maniera con guide scomode e faticose ma, dalle grandi soddisfazioni.
Teo
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