Salve a tutti, vorrei raccontarvi cercando di essere il più sintetico possibile, la mia recente uscita alla rassegna italiana dedicata al mondo custom Harley Davidson & Custom Show , campionato italiano costruttori e preparatori, svoltosi al Centro Fiera del Garda di Montichiari (BS).

Sito internet: http://www.rombodituono.it (dateci un occhiata perchè ne vale la pena)

Oggetto: 10a edizione Rombo di Tuono,

Località dell’evento: Montichiari (BS),

Data: 15 e 16 ottobre 2011,

Descrizione sintetica dell’evento: un sacco di preparatori moto custom e tanti stand vendita accessori di ogni genere.

Ecco, io avrei anche finito, più sintetico di così!.

Stavo scherzando ovviamente...

Con gli occhi a mezza serranda ed il corpo ancora intorpidito, mi sveglio alle prime luci dell’alba, mentre un paio di colpi di tosse soffocata, rompono il silenzio mattutino.
La schiena è tutto un dolore, ma poco importa, ci sono abituato.
Lentamente e al buio, scendo le scale, direzione cucina, per prepararmi una buona tazza di caffè bollente, rigorosamente amara.
Butto l’occhio fuori dalla finestra e capisco subito che fa un pisello di freddo, tra me e me penso che la giornata sarà solo per temerari.
Sento il borbottio della moka irrompere nella solitudine della stanza ed il suo aroma penetrarmi nelle narici.
Tra le mie mani c’è una tazza di caffè fumante, faccio un mezzo sospiro, seguito da un attimo di pausa e poi…. giù, due belle sorsate.
Ne segue una mezza smorfia accompagnata da un imprecazione, per l’ennesima volta mi chiedo perché diavolo mi ostino così tanto a berlo amaro!
Finalmente inizio a carburare a dovere.
La vestizione è rigorosamente a strati, la parvenza è quella di una vecchia cipolla, ormai il caldo estivo inizia ad essere solo un pallido ricordo.
Mentre esco da casa, l’aria ancora gelida sembra prendermi a schiaffi in faccia.
Sono lì, davanti al mio garage, sollevo il basculante, dal buio più profondo compare la mia Forty Eight,
ravanando tra i mille prodotti ed attrezzi sparsi un po dappertutto e parlando da solo come un vecchio pazzo, mi chiedo dove diavolo abbia imbucato quel panno antistatico, per gli ultimi ritocchi del caso.
“Ahh… eccoti qua!” esclamo con aria soddisfatta, una controllata al livello olio, rifornimento di cibarie varie e beveraggio per ogni emergenza o imprevisto.

Sono pronto! Che lo show abbia inizio!!!

Giro la chiave… premo Run, qualche secondo di attesa… poi Start!.
Il botto iniziale è più vicino ad una cannonata che ad una normale accensione, da subito il bicilindrico inizia a tuonare.
Adoro il sound Vance & Hines made in USA, pieno…, potente…, trasgressivo…, mooolto trasgressivo!
Attendo qualche secondo, poi giù col piede sinistro e “Tlack!”, la prima è inserita, due colpetti di gas e finalmente parto.
I primi cento metri, quelli che mi portano fuori dalla mia stradina secondaria, li faccio in tutta calma, poi svolto a sinistra aprendo un po la manetta del gas e “Tlock”giù con la seconda, per altri 300 metri.
Ora sono sulla strada principale, quindi: prima…, seconda…, terza…, fino a raccordarmi con la tangenziale e….. via per la “A4” in direzione Milano!.
Nella mia testa scorrono le note di “Born to be wild” di Mars Bonfire e penso a quanto siano vere le sue parole, mentre il mio 1200 spinge a dovere.

Sono libero…,

libero come una nuvola sospinta dal vento,
libero…, libero di respirare la vita a pieni polmoni, spoglio delle costrizioni sociali.
Una breve parentesi vissuta da selvaggio.
L’aria batte sul mio corpo infilandosi in ogni dove, le mie gambe sono gelide e non mi sento più gli involtini primavera, guardo il tachimetro, faccio due conti e decido che è ora di portare le mie chiappe secche dentro ad un Autogrill, per una prima sosta e tappa carburante.
Dopo un buon caffè caldo ed essermi scrollato di dosso il freddo, all’uscita dell’Autogrill una signora diversamente giovane, dall’accento tipicamente francese, mi chiede se me ne intendo di motori, io osservo un attimo la sia macchina, una opel vectra CDTI e rispondo che del suo modello non ne so un granché, pensando alla sua elettronica, alla meccanica, ai sistemi di sicurezza attiva e passiva, spie di allarme, ecc. ecc.
Però un aiuto non lo si nega a nessuno, nel limite delle proprie capacità, così gli domando quale sia il problema e lei mi dice:

“non riesco a reclinare lo schienale del sedile anteriore”.
Whow penso… la vita non finisce mai di stupirmi…

Così, prestati i dovuti soccorsi e fatto gasoline, mi rimetto subito in marcia.
Passando per le zone di Peschiera e Desenzano, penso al mio passato, quando tra gli anni 90 e 2000 vivevo a Brescia ed il lago di Garda era una delle mie mete preferite, in quanto a svaghi e divertimento.



A quei tempi, uscivo praticamente sette giorni su sette, tra circoli, locali a tema, discoteche e pub, rincasando quasi sempre non prima delle 4 del mattino, beh, fatta qualche eccezione ovviamente e per eccezione intendo dire che in alcuni casi il rientro era molto vicino alle 7 del giorno dopo.
Ciò nonostante riuscendo sempre ad essere sul posto di lavoro puntuale. (più o meno)
A questo punto preferirei evitare di discrivervi in quali condizioni ero…, perché dire patetico è un grosso complimento.
Ormai il casello di Brescia Est è vicino, non devo far altro che uscire dalla A4 e prendere la tangenziale per Montichiari.
L’euforia è molta, perchè chilometro dopo chilometro non vivo il momento come semplice spettatore, ma come protagonista.
Decido di fare il pieno un ultima volta, nei pressi di una pompa di benzina sulla SPBS567, prima di arrivare al Centro Fiera del Garda.

La giornata si è aperta per bene,
il cielo è limpido come non mai,
la strada è praticamente deserta,
tutto intorno a me è una distesa quasi infinita di campi ormai a riposo,



con qualche casa a romperne la monotonia.



Molti giudicherebbero questo paesaggio, lunare o spettrale, visti gli evidenti segni autunnali sparsi nelle chiome degli alberi presenti.
Io personalmente adoro questa solitudine autunnale, con i suoi colori, rumori ed odori.
Non c’è nessuno….sono solo,
mi sento come un vecchio lupo che si aggira per le sconfinate distese dell'Alaska
immobile, ascolto il dolce brusio del vento attraversare la mia bandana.



Per un istante sorrido a me stesso, forse sono un pazzo, o forse un sognatore,

Salgo in groppa al mio destriero, una folata di vento si alza alle mie spalle, mentre a rompere questa calma altri miei fratelli sopraggiungono per il grande evento,
a distanza, immancabilmente ci salutiamo con rispetto.

Pochi chilometri di marcia, poi le indicazioni per il Centro Fiera, ancora una rotonda e…..

mio Dio, non ci posso credere!....

un lungo viale cieco,
un immenso parcheggio ed un infinità di moto parcheggiate ovunque!
A presidio dei punti chiave, come svincoli, incroci e rotonde, ci sono le forze di Polizia per la gestione del traffico motociclistico alquanto caotico, ma soprattutto bordelloso!!
Mi viene data l’indicazione di lasciare la moto in fondo ad un parcheggio, “caspita” penso io, “ancora un po più distante e devo prendere l’autobus per raggiungere l’entrata”.

Mi associo nel parcheggiare la moto ad un gruppo di ragazzi, anch’essi appena arrivati, quasi tutti con Street Glide, Forty Eight ed Iron, perlomeno la mia piccola non si sentirà sola.



Sono tutti di Genova, non male come tragitto il loro, la prima cosa che penso è che se il mio sedere è indolenzito, il loro sarà molto simile a quello di un gibbone.
Ad ogni modo facciamo subito amicizia, scambiandoci opinioni sul tipo di evento che ci attende, sulle modifiche apportate ai nostri mezzi e sulle relative sensazioni di guida.
In particolare, mi colpisce una strana modifica artigianale apportata alle frecce posteriori di un Iron, chiedo cosa fosse, e lui col sorriso mi risponde:



“Beh… siccome sono di Genova, ho pensato che tagliare due vasetti di pesto alla genovese, verniciarli ed attaccarli sulle frecce”

Gli rispondo: "Amico mio, sei un grande!"
Di contro mi chiede come mi trovo con le V&H, ed io:
"Sul traffico cittadino più intenso sono una vera cannonata, le auto in coda appena sentono che vai giù di manetta, si scansano. Ora so cosa ha provato Mosè, quando divise le acque….!"

Entriamo tutti insieme, ragazzi è il finimondo!



Accessoristica e parti speciali per Harley-Davidson & Special Bike,
partecipazione delle migliori Officine Specializzate Italiane del settore Custom, molti erano le "old school"
Bike Contest a premi riservato alla categoria Professional e Privati,










Custom Painter & Pinstriper,



realizzazione scritte e patch di ogni tipo,
vendita caschi con possibilità di seligrafia personalizzata,



tattoo,
abbigliamento delle tipologie più disparate,
merchandising.
Una delle cose che mi ha colpito in particolare, è stato vedere all'opera un paio di cesellatori, che con martello e scalpello incidevano dei coprivalvole e cover della primaria Harley.




Questa si chiama ARTE!

Rutger Hauer in Blade Runner direbbe: "io ne ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi mai di vedere..."

Questo per quanto riguarda il mondo custom, perchè negli altri capannoni avevamo:
US Cars & Hot Rod Contest,
mechandising anni 50, tra cui alcuni produttori italiani,
gare di mini moto, motard, auto rally, auto F1, concerti e giochi,
ragazze immagine anni 50, sado-maso, classico,







Unica pecca che ho rilevato della manifestazione, è stata la scarsità di punti ristoro dislocati all'interno degli stabili.
La fame si faceva sentire, ma il desiderio d'immortalare nella mia mente questi capolavori di meccanica, saldature e cromo superava di gran lunga il desiderio di nutrirmi.
E così è stato per gran parte del pomeriggio.
Poi, butto l'occhio in alto, scrutando un attimo il sole,



faccio un paio di calcoli veloci sul da farsi e considerando che la mia sete d'informazioni e la mia vista sono state lautamente appagate, decido che è ora d'incamminarsi verso casa.
Lentamente il sole tramonta alle mie spalle,
l'aria fredda mi penetra nelle ossa, mentre percorro la A4 chilometro dopo chilometro sulla via del ritorno.



Così lascio a Brescia una parte del mio cuore,
tra vecchi e nuovi ricordi…

Hey David, come sempre GRAN BEL RESOCONTO.....

Le emozioni ed il fascino mi hanno travolto durante la lettura del pezzo... Complimenti.. Parola dopo parola mi è salito il rammarico per non esser stato della partita...

L'anno prossimo non mancherò...

Grazie ancora per le emozioni..

Teo..